Sud e magia by Ernesto de Martino

Sud e magia by Ernesto de Martino

autore:Ernesto de Martino [Martino, Ernesto De]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2002-02-14T23:00:00+00:00


Voi ve ne state

trascurati e neghittosi in materia di jettatura, e poi venite a negarmela con una fronte marmorea, ed ammetterla solo negli spazi immaginari della fantasia. Del rimanente sento io intimo piacere, che a’ giorni nostri non solo la bassa plebe le persane malauguriose fugge, ma credono alla iettatura puranche gravi togati, cavalieri di rango, avvocati, giurisperiti, medici valenti, matematici sublimi, acuti filosofi, e tante a me note persone coltissime ed erudite. Gloria al secol nostro, in cui il lume delle scienze e delle belle arti chiaro e alto risplende; e non cede nemmeno in questa parte alla felicità di Augusto, quando cattivi augurj generalmente dicevansi quelle che oggi chiaman iettature59.

Qui c’è una buffonesca sfida lanciata alla ragione illuministica: con un piglio che sta fra l’improntitudine del lazzarone e la ostentata sicurezza di un illuminato alla seconda potenza, il Valletta rivendica i diritti della «cieca religione» della jettatura, e ai devoti della ragione dis-seminati in tutta Europa quasi sembra contrapporre le persone «coltissime ed erudite» della sua Napoli, le quali, malgrado il loro illuminismo, continuavano a covar-si nell’animo quell’unica zona d’ombra: la jettatura. Ma per meglio individuare il tono della Cicalata e per distin-guerlo dalla corrosiva critica di origine illuministica delle superstizioni, gioverà a riscontro ricordare la sottile e ar-guta prosa con la quale il Manzoni bonariamente giudica – avvalendosi del giuoco letterario delle opinioni del-Storia d’Italia Einaudi

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Ernesto De Martino - Sud e magia l’anonimo – la passione di Don Ferrante per i trattati di magia naturale, e soprattutto per quelli di magia cerimoniale e di stregoneria:

[Nei trattati] della magia e della stregoneria [Don Ferrante] s’e-ra internato di più, trattandosi, dice il nostro anonimo, di scienza molto più in voga e molto più necessaria, e nella quale i fatti sono di molta maggiore importanza, e più alla mano, da poterli verificare. Non c’è bisogno di dire che, in tale studio, non aveva avuto altra mira che d’istruirsi e di conoscere a fondo le pessime arti de’ maliardi, per potersene guardare e difendere. E

con la scorta principalmente del gran Martino Delrio (l’uomo della scienza), era in grado di discorrere ex professo del maleficio amatorio, del maleficio sonnifero, del maleficio ostile, e dell’infinite specie che pur troppo, dice ancora l’anonimo, si vedono in pratica alla giornata, in questi generi capitali di malie, con effetti cosi dolorosi.

In un certo senso nel Valletta viveva ancora in modo immediato qualche cosa del Don Ferrante manzoniano, e ciò che pel Manzoni stava come personaggio oggettivato e ironizzato, in lui operava tuttora come parte della sua persona, ancorché la superiore coscienza illuministica consentisse a questa parte di manifestarsi, come si è detto, solo attraverso il velo dello scherzo.

Con questo criterio ermeneutico può essere valutato un altro passo della Cicalata, in cui la jettatura – «nozio-ne, dice enfaticamente l’autore, venuta dalle prime età del mondo» – si dilata nell’immaginazione a occulta e perversa potenza cosmica, messa a disposizione di alcuni individui senza il concorso consapevole della loro volontà:

Non rispetta la jettatura né i potenti uomini, né i



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